Lettera di
FreedomForKeywan al Presidente Mattarella.
Signor Presidente Sergio Mattarella,
siamo un gruppo di
attivisti che ha adottato il triste e preoccupante caso del documentarista
curdo iraniano Keywan Karimi, accusato di “insulto alle santità religiose” e “propaganda
contro il sistema”, condannato lo scorso 13 ottobre, dalla Corte Islamica
Rivoluzionaria di Teheran, in primo grado, a 6 anni di carcere e 223 frustate.
Keywan Karimi è stato
condannato per l'ultimo suo lavoro “Writing On City”, inedito, di cui è stato diffuso soltanto il trailer.
Un racconto storico-sociologico per immagini, realizzato osservando i graffiti
e le pitture murali a Teheran, attraverso il quale Karimi documenta l’Iran
dalla rivoluzione khomeinista dal 1979 al movimento dell’Onda Verde, nato dalle
manifestazioni del 2009 contro la rielezione di Ahmadinejad.
A soli trent'anni Karimi è stato
premiato in vari festival internazionali: per “Broken Border”, breve documentario sul contrabbando di petrolio al
confine tra Iran e Iraq, per il quale ha ricevuto la Menzione Speciale della
Giuria al Tolfa Short Film Festival
nel 2012 e al Beirut International Film Festival, e anche per “The Adventure of married couple”, breve fiction del 2013 sui problemi di coppia,
ispirata ad un racconto di Calvino.
Diverse sono le
azioni promosse, tra cui una petizione firmata da oltre 45 europarlamentari, e
sviluppate sulle testate internazionali da intellettuali e cineasti, per
sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica in merito alla sconcertante
condanna di Keywan Karimi. A livello nazionale alcuni esponenti del Partito
Democratico hanno già presentato un'interrogazione parlamentare (Atto Camera
5-06745) in cui si chiede al Governo di avviare con le autorità iraniane un
dialogo utile ad affrontare la situazione dei diritti umani in Iran, in vista
della fine delle sanzioni e della ripresa delle attività commerciali anche con
il nostro Paese.
Riteniamo che in un
periodo così triste per l'umanità, nel quale si assiste alla prevalenza della
violenza sul dialogo, sia ancora più importante rispondere con l'unico
strumento veramente efficace: la tutela e la promozione dei diritti umani, di
tutti e in ogni angolo del mondo. Solo quando gli uomini si sentiranno sicuri e
forti della propria dignità, nessuno più cercherà falsi ideali e i fanatismi
perderanno l'essenza di cui finora si sono nutriti: la paura, l'isolamento e la
sopraffazione.
Certi del Suo
impegno, più volte e ampiamente dimostrato a sostegno dei diritti umani, siamo
sicuri che vorrà abbracciare il caso di Keywan Karimi e denunciare l'ennesima
violazione dei diritti fondamentali nella Repubblica Islamica Iraniana, dove si
continua ancora oggi, nel terzo anno del mandato del Presidente di Hassan
Rouhani, a condannare a pesanti pene detentive dissidenti, attivisti politici,
difensori dei diritti umani, artisti, che finiscono in carcere solo per l’esercizio
del loro diritto alla libertà di opinione e espressione.
Nel ringraziarLa per
l'attenzione che vorrà riservare a questa nostra richiesta, è gradita
l'occasione per porgerLe i nostri migliori saluti.
Il Gruppo di FreedomForKeywan
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